Declino e rinascita
Dopo la Seconda guerra mondiale, i vigneti persero gradualmente superficie a favore dell’espansione urbana. La proprietà fu ridotta a circa 40 ettari e, negli anni ’50, una grave gelata seguita da politiche pubbliche di espianto causò la scomparsa totale delle vigne. Per questo motivo, Château Brown non fu incluso nella classificazione dei Crus Classés de Graves del 1953 e 1959.
Solo alla fine del XX secolo, sotto la guida del nuovo proprietario Bernard Barthe, la tenuta visse una vera rinascita. Il reimpianto dei vigneti, investimenti nelle infrastrutture e l’introduzione di nuove botti segnarono il ritorno alla qualità. Dal 2004, Jean-Christoph Mau – quinta generazione di una famiglia di commercianti di Bordeaux – è alla guida della tenuta. Bruno Patrouilleau è direttore tecnico dal 1994.
Viticoltura sostenibile in armonia con la natura – 60 ettari di biodiversità vissuta
Oggi la tenuta si estende su 60 ettari circondati da vigneti, boschi, prati fioriti, zone umide e frutteti – un terroir dove ogni metro quadrato celebra la biodiversità. Si seguono le direttive di diverse certificazioni biologiche e si promuove la diversità naturale attraverso un controllo sostenibile dei parassiti e una gestione attenta dei fertilizzanti e dell’acqua. Alveari, pipistrelli, cince e galline contribuiscono anch’essi all’equilibrio dell’ecosistema. Circa metà della superficie è destinata alla viticoltura, con i vitigni tipici del Bordeaux. I 26 ettari riservati ai rossi sono ben suddivisi: nelle parcelle più alte, con suolo ghiaioso, domina il Cabernet Sauvignon; nelle aree argillose crescono Merlot e Petit Verdot. Le parcelle bianche, su suoli sabbiosi-ghiaiosi e di 5 ettari totali, sono coltivate prevalentemente con Sauvignon Blanc aromatico, completato da Sémillon equilibrato.
Precisione, terroir e sostenibilità – dall’uva alla bottiglia
Ogni varietà viene vinificata separatamente per garantire il massimo controllo in ogni fase. A questo scopo, la cantina dispone di 30 tini in acciaio inox a temperatura controllata, con capacità tra 100 e 130 hl. Per mantenere eleganza e trasparenza del terroir, si evita volutamente l’uso di tecniche come il pigeage. I vini rossi subiscono la fermentazione malolattica, vengono filtrati delicatamente e travasati con cura. I bianchi maturano sui lieviti fini prima di essere trasferiti in botti, dove sviluppano al meglio il loro profilo aromatico. Tutti i vini affinano infine in parte in barrique nuove e in parte usate, in rovere francese, per maggiore complessità e profondità. La scelta di una bottiglia leggera e di un’etichetta in carta riciclata riflette anche nel packaging la filosofia di sostenibilità del domaine.