Alois Lageder

L’artefice del boom

Johann Lageder pose la prima pietra a Bolzano nel 1823 e avviò un’attività di commercio di vini. Sei generazioni dopo è nata un’azienda impressionante, con un’influenza che va ben oltre i confini dell’Alto Adige e che è un modello per molti colleghi viticoltori. Lageder, ad esempio, collabora con circa 50 viticoltori, che consiglia nella conversione alla viticoltura sostenibile. La tenuta stessa ha intrapreso già a metà degli anni ’90 il difficile percorso della viticoltura naturale. Nel frattempo, Lageder ha adottato anche la biodinamica; nel vigneto, mucche, buoi, pecore e capre garantiscono la biodiversità, le viti si sviluppano in modo più stabile e robusto e quindi riescono ad affrontare meglio i cambiamenti climatici.

I vini di Lageder possono essere suddivisi in tre linee: Si parte dai classici vini di qualità per tutti i giorni, le cui uve provengono principalmente dai viticoltori partner già citati. Seguono poi le «composizioni» ricche di carattere provenienti dai vigneti tradizionali di Lageder. Ma a sovrastare tutto è la linea «Meisterwerke»: il famoso Chardonnay «Löwengang», sicuramente il vino più importante di questa serie, è regolarmente considerato uno dei migliori vini bianchi d’Italia.

Nel 2021 l’azienda vinicola ha ricevuto un riconoscimento speciale per il suo impegno costante a favore della qualità: la rinomata guida enologica Wine Advocate ha assegnato a Lageder il Green Emblem Award come una delle 24 aziende vinicole al mondo. La densità di qualità dell’Alto Adige ai vertici è enorme, ma una spicca come un faro: l’azienda vinicola a conduzione familiare Alois Lageder.